mercoledì 11 novembre 2009

Il latino maccheronico

DE INUTILITATE NUTELLAE NASCONDIMENTI

di Riccardo Cassini
Nutella omnia divisa est in in partes tres:
Unum: Nutella in vaschetta plasticae
Duum: Nutella in vitreis bicchieribus custodita
Treum: Nutella in magno barattolo (magno barattolo sì, sed melius est si magno Nutella in barattolo).
Nutella piacet omnibus pueris atque puellae sed, si troppa nutella fagocitare, cicciones divenire, cutaneis eructionibus sottostare et brufolos peticellosque supra facie tua stratos formare atque, ipso facto,diarream cacarellamque subitanea venire. Propterea quod familiares, et mamma in particulare, semper Nutella celat in impensabilis locis ut viteant filiis sbafare, come soliti sunt. Sed domanda spontanea nascet:
si mamma contraria est filialis sbafationes, pera nutella comprat et postea celat? Intelligentiore fuisse non comprare manco per nihil…;
sed forse mamma etiam nutella sbafant: celatio altrum non est vendetta trasversalis materna propterea quod ea stessa victima fuit sua volta matris suae. “Sic heri tua mamma Nutella celavit, sic hodie celis filiis tuis”.
Sed populum toto cognoscit ingenium puerorum si in ballo Nutellam est: vista felinos similante habent ut scriuteant in tenebris credentiarum; manes prensiles aracnidarum modo ut arrampiceant super scaffalos sgabuzzinarum; olfatto caninum - canibus superior - per Nutellam scovare inter mucchios anonimarum marmellatarum fructarum. Memento semper: filius, inevitabile, Nutella scovat sed non semper magnat. Infactum, fruxtratione maxima filii si habet quando filius scovat barattolum sed hoc barattolus novo atque sigillatos est, propterea quod si filium aprit et intaccat barattolum intonsum, sputtanatus fuisse! (Eh! Erat novus…).
Hoc res demonstrat omnibus mammis nascondimentos novorum barattolorum Nutellae fatica sprecata esse.
Salutis bacisque

********************************************
L'invenzione del latino maccheronico rispecchia, a fini artistici, le frequenti miscele linguistiche che ancora nel XVI sec. si presentavano in Italia, dove latino e volgare convivevano in stretta simbiosi. 
Anticipato nelle satire anticlericali dei goliardi, e sviluppatosi in ambito studentesco nella Padova della seconda metà del Quattrocento, il latino maccheronico è una lingua artificiale, una contaminazione tra latino e italiano, usata nelle maccaronee. “Maccaronea”, da cui l’aggettivo “maccheronico”, deriva da “maccherone”, nel senso di ‘cibo grossolano, piatto rustico’, che a sua volta deriva o dal greco “makaria” [un piatto di brodo e orzo] o da “macco”, una polenta di fave sminuzzate e quindi una vivanda poco raffinata.
I letterati se ne servivano per mettere in burla la goffaggine di chi si avventurava a esprimersi in latino non avendone più la competenza necessaria. Spesso infatti negli atti notarili o nel parlare di certi ecclesiastici poco colti il latino compariva in una forma sgrammaticata e approssimativa. L’effetto parodico del latino maccheronico non sta nel riprodurre un latino scorretto ma nell’uso della contaminazione linguistica: infatti, la base italiano-dialettale del lessico poggia su una struttura morfologico-grammaticale e metrica latina, e l’una e l’altra subiscono macroscopiche alterazioni. Alle parole italiane, o provenienti dai dialetti padani, viene aggiunta la desinenza latina . Questa mescolanza linguistica (che in Teofilo Folengo ad esempio prevede anche l’inserimento di parole straniere) si innesta sull’esametro latino, con straordinario effetto comico-parodico.

Oggi l’aggettivo “maccheronico” non si riferisce più soltanto alla lingua di tradizione folenghiana, ma si allarga a significare, per estensione, ciò che è scritto o parlato in una forma storpiata, alterata, scorretta o sgrammaticata (p. es.: “una lettera in inglese maccheronico”).