L'epigrafia si occupa di studiare tutti i "materiali iscritti "che ci sono pervenuti direttamente dall'età antica: l'accento deve essere posto proprio sul fatto che questi materiali ci sono giunti per via diretta dal mondo antico, a differenza delle fonti letterarie, tramandate indirettamente, attraverso la mediazione dei copisti medievali, ed oggetto di studio della filologia. AGli scritti che compaiono sulle monete sono invece studiati dalla numismatica, sebbene il tipo di scrittura capitale (cioè maiuscola) e le abbreviazioni siano del tutto simili a quelle che incontriamo nelle epigrafi.
L'epigrafia latina si occupa ovviamente delle iscrizioni in lingua latina.
Le prime iscrizioni latine risalgono al VII - VI sec. a.C. Nella dottrina scientifica è frequente il richiamo, a proposito delle più antiche manifestazioni epigrafiche della lingua latina, alla cosiddetta
fibula Praenestina.
La fibula riporterebbe il testo latino arcaico Manios med fhefhaked Numasioi, il cui equivalente in latino classico sarebbe Manius me fecit Numasio; avremmo in questo caso il cosiddetto motivo dell'oggetto parlante: è la stessa fibula che parla, menzionando l'artigiano che l'ha eseguita e la persona cui l'oggetto era destinato. Sull'autenticità dell'iscrizione e della fibula stessa hanno da sempre pesato gravi sospetti. Secondo la grande epigrafista recentemente scomparsa, Margherita Guarducci, la fibula sarebbe un falso, frutto della truffaldina collaborazione tra uno studioso, Wolfgang Helbig, e un antiquario, Francesco Martinetti.
Il compito primario dello studioso di epigrafia è quello di pubblicare le nuove iscrizioni venute alla luce e di rivedere le vecchie pubblicazioni, di integrare le epigrafi che ci sono giunte in imperfetto stato di conservazione, sciogliere le numerose abbreviazioni che compaiono nei testi, e che non sempre sono immediatamente comprensibili, infine datare le iscrizioni
Ma i compiti dell'epigrafista non si fermano qui: egli dopo aver letto e pubblicato correttamente il documento deve anche illustrare il valore che questa nuova testimonianza ha nella ricostruzione storica del mondo romano; in questo senso i compiti dell'epigrafista finiscono per confondersi con quelli dello storicoIncontreremo frequentemente epigrafi tratte dal Corpus Inscriptionum Latinarum (abbreviato CIL), il grande progetto di raccolta di tutte le iscrizioni latine a noi note intrapreso nel secolo scorso dall'Accademia di Berlino sotto la direzione di Theodor Mommsen. Il CIL, al quale tuttora si continua a lavorare proponendo di tanto in tanto supplementi, è articolato in diversi volumi divisi per ambito cronologico, geografico e tematico (ad es. il volume XV contiene le iscrizioni da Roma su oggetti mobili, come anfore, vasi, lucerne, gioielli, etc., il cosiddetto instrumentum domesticum). (da www.telemaco.unibo.it)