1) I provenzali e l'amore cortese (la fin'amor)
Amore cortese (dal sito UCIIM)
Era un concetto rivoluzionario, in quanto la donna non era
più confinata in una posizione di totale inferiorità rispetto all'uomo, bensì
la poesia trobadorica le conferiva grande dignità, onore e rispetto. Essa
diventava l'incarnazione di qualità nobili e virtuose. Alcune canzoni
lamentavano la fredda indifferenza della dama nei confronti del
poeta-ammiratore: infatti, almeno in teoria, l'amore del trovatore doveva
rimanere casto, in quanto il suo obiettivo principale non era possedere la
dama, bensì il raffinamento morale che l'amore per lei gli ispirava. Per
rendersene degno, l'innamorato doveva coltivare umiltà, padronanza, pazienza,
lealtà e tutte le nobili qualità che la dama possedeva. In questo modo l'amore
poteva trasformare positivamente anche l'uomo più rude.
I trovatori credevano che l'amore cortese fosse la fonte del raffinamento sociale e morale, che gli atti cortesi e le nobili gesta nascessero dall'amore. Quest'idea venne elaborata e diventò il fondamento di un intero codice di condotta che, con il tempo, fu assorbito anche dalla gente comune. In contrasto con la società feudale era iniziato un nuovo modo di vivere.
Molto spesso le liriche del poeta erano indirizzate alla
dama presso la cui corte egli prestava servizio. Essendo questa donna maritata,
il compositore doveva prestare attenzione ai termini di cui si serviva nelle
sue liriche ed esser molto cauto per evitare che coloro che avessero letto o
udito il suo componimento intuissero ed identificassero il soggetto delle sue
lodi. Per raggiungere tale scopo i poeti evitavano qualsiasi nominativo, che
sarebbe stato oggetto immediato di identificazione, preferendo riferirsi
all'amata tramite uno pseudonimo (detto senhal)
oppure si riferivano completamente ad altre donne, nonostante esse non fossero
le reali destinatarie dei pensieri del poeta, per proteggere l'identità
dell'amata. Si consideri anche che, per rigida imposizione della dottrina
cristiana, non veniva mai descritto l'aspetto fisico, o almeno non nella
corrente dei poeti cortesi, eccezion fatta per gli occhi, ritenuti lo specchio dell'anima.
Le uniche cose descritte della donna erano la bellezza dal punto di vista
spirituale e le virtù da essa mostrate.
Questo tipo di amore destinato a non poter esser
corrisposto, ma a rimanere soprattutto spirituale, porterà successivamente alla
donna angelicata, non solo posta su
un piedistallo, ma addirittura considerata alla pari di un angelo. I poeti
Stilnovisti toscani, provando amore per questa donna, erano in grado di
comprendere e di provare l'amore divino, la forma più elevata e sublime di
amore.
I trovatori: articolo di Tabucchi su De Andrè ultimo trovatore
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Con la poesia dei trovatori si può far nascere la lirica moderna. |
3) Dai provenzali ai siciliani
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va’ canta nova cosa;
lèvati da maitino
davanti a la più bella,
fiore d’ogni amorosa,
bionda più c’auro fino:
"Lo vostro amor, ch’è caro,
donatelo al Notaro
ch’è nato da Lentino.
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3) GUIDO GUINIZZELLI
Guido Guinizzelli, bolognese, giudice e uomo politico, nato intorno al 1235 e probabilmente morto in esilio a Monselice nel 1276, è il poeta che fondò quella maniera di poetare che Dante nel canto XXIV del Purgatorio definì "dolce stil nuovo". Con la canzone Al cor gentile rempaira sempre amore egli inaugurò sia sul piano dei contenuti (l'identità di amore e cor gentile, la poesia della lode, l'analogia dell'esperienza amorosa coi fenomeni naturali) sia su quello formale le basi della nuova maniera che avrebbe raggiunto compiutezza a Firenze con Cavalcanti e Dante.
che fa tremar di chiaritate l'are
e mena seco Amor, sì che parlare
null'omo pote, ma ciascun sospira?
O Deo, che sembra quando li occhi gira!
dical'Amor, ch'i' nol savria contare:
cotanto d'umiltà donna mi pare,
che ogn'altra ver' di lei i' la chiam' ira.
Non si poria contar la sua piagenza,
ch'a le' s'inchin' ogni gentil vertute,
e la beltate per sua dea la mostra.
Non fu sì alta già la mente nostra
e non si pose 'n noi tanta salute,
che propiamente n'avian canoscenza.
Classe terza Verifica di italiano sulla lirica medievale
Tipologia: risposte aperte
11) Alcuni interpreti vedono nella lirica del Duecento l’espressione della “FENOMENOLOGIA dell’amore”. Cosa pensi che intendano? Come si caratterizza? Con quali temi? in quali forme metriche? Come si evolve nel tempo?
2) Quale ruolo sociale e politico occupa Guido Guinizzelli? Perché la poesia guinizzelliana è un passaggio importante, tra la Sicilia e la Toscana?
3) Significato effettivo (riferito all’epoca) dei vocaboli: gentile, salute, umiltà, pare
4) Chi pronuncia il verso “ch’altro non n’è rimaso che sospiri.”? Puoi inseguire il tema dei SOSPIRI in tutti i testi letti di questo poeta?
5) Attribuisci e analizza (autore, metrica, tema, figure notevoli)
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Non fu sì alta già la mente nostra
e non si pose 'n noi tanta salute,
che propiamente n'aviàn conoscenza.