APPROFONDIMENTO SU PLAUTO DI CESARE QUESTA E RENATO RAFFAELLI
PSEUDOLO
Trama
Il giovane Calidoro è l’amante di Fenicia, una cortigiana del lenone Ballione. Tuttavia ella viene promessa ad un militare macedone in cambio di venti mine. Calidoro, allora, interpella Pseudolo, suo fedele ed astuto schiavo, il quale gli promette che riuscirà a trovare il modo per liberare Fenicia. Il servo pensa allora di rivolgersi, prima di tutto, a Ballione, dal quale viene a sapere che il militare gli ha già depositato un anticipo di quindici mine, con la promessa che il suo attendente Arpace gli avrebbe consegnato le restanti cinque portando con sé un sigillo prestabilito.
Pseudolo, fingendosi uno schiavo di Ballione, raggira Arpace e lo convince a consegnargli la lettera recante il sigillo. Grazie all’aiuto di Carino, amico di Calidoro, che gli offre le cinque mine restanti e con esse uno schiavo, Scimmia, Pseudolo può portare a compimento il suo piano. Scimmia, fingendosi Arpace, si presenta da Ballione il quale, cadendo nell’inganno, gli consegna Fenicia. Dopo poco arriverà però il vero Arpace. Ballione, questa volta, crede che questi sia stato mandato da Pseudolo per ingannarlo e, solo dopo l’arrivo di Simone, padre di Calidoro, il quale gli rivela tutto il piano ordito da Pseudolo, capisce di essere stato ingannato e di non poter fare più nulla. Calidoro, così, ottiene la sua amante e Pseudolo, come ricompensa, del vino in abbondanza.
Il giovane Calidoro è l’amante di Fenicia, una cortigiana del lenone Ballione. Tuttavia ella viene promessa ad un militare macedone in cambio di venti mine. Calidoro, allora, interpella Pseudolo, suo fedele ed astuto schiavo, il quale gli promette che riuscirà a trovare il modo per liberare Fenicia. Il servo pensa allora di rivolgersi, prima di tutto, a Ballione, dal quale viene a sapere che il militare gli ha già depositato un anticipo di quindici mine, con la promessa che il suo attendente Arpace gli avrebbe consegnato le restanti cinque portando con sé un sigillo prestabilito.
Pseudolo, fingendosi uno schiavo di Ballione, raggira Arpace e lo convince a consegnargli la lettera recante il sigillo. Grazie all’aiuto di Carino, amico di Calidoro, che gli offre le cinque mine restanti e con esse uno schiavo, Scimmia, Pseudolo può portare a compimento il suo piano. Scimmia, fingendosi Arpace, si presenta da Ballione il quale, cadendo nell’inganno, gli consegna Fenicia. Dopo poco arriverà però il vero Arpace. Ballione, questa volta, crede che questi sia stato mandato da Pseudolo per ingannarlo e, solo dopo l’arrivo di Simone, padre di Calidoro, il quale gli rivela tutto il piano ordito da Pseudolo, capisce di essere stato ingannato e di non poter fare più nulla. Calidoro, così, ottiene la sua amante e Pseudolo, come ricompensa, del vino in abbondanza.
Note di regia
Cicerone ci racconta che Plauto “si divertiva” (gaudebat) in vecchiaia nel comporre Pseudolus , rappresentata per la prima volta nel 191 a.C. quando Plauto aveva circa sessant’anni.
Come nel Miles Gloriosus, nello Pseudolus il servo è al centro della Commedia. Il servo di Plauto ha infatti ispirato nei secoli i più grandi autori teatrali come Molière, Ariosto, Goldoni, Shakespeare, Goëthe e Rossini; per questo, e non solo, si evince come Plauto sia il padre di tutto il teatro comico europeo.
Una messa in scena semplice, senza quarta parete; gli attori, dialogano tra loro, si rivolgono al pubblico e lo interpellano. Ne vien fuori un allestimento che lascia spazio all’improvvisazione, al gioco scenico.
Deverbia e Cantica accompagneranno gli spettatori negli intrecci Plautini messi in atto da personaggi grotteschi, anche grazie all’uso delle maschere che permettono agli attori di interpretare più personaggi.
I sentimenti e gli affetti sinceri, quando ci sono, sono comici e non commoventi, motivo per cui, le commedie di Plauto erano di certo le più applaudite.
Cicerone ci racconta che Plauto “si divertiva” (gaudebat) in vecchiaia nel comporre Pseudolus , rappresentata per la prima volta nel 191 a.C. quando Plauto aveva circa sessant’anni.
Come nel Miles Gloriosus, nello Pseudolus il servo è al centro della Commedia. Il servo di Plauto ha infatti ispirato nei secoli i più grandi autori teatrali come Molière, Ariosto, Goldoni, Shakespeare, Goëthe e Rossini; per questo, e non solo, si evince come Plauto sia il padre di tutto il teatro comico europeo.
Una messa in scena semplice, senza quarta parete; gli attori, dialogano tra loro, si rivolgono al pubblico e lo interpellano. Ne vien fuori un allestimento che lascia spazio all’improvvisazione, al gioco scenico.
Deverbia e Cantica accompagneranno gli spettatori negli intrecci Plautini messi in atto da personaggi grotteschi, anche grazie all’uso delle maschere che permettono agli attori di interpretare più personaggi.
I sentimenti e gli affetti sinceri, quando ci sono, sono comici e non commoventi, motivo per cui, le commedie di Plauto erano di certo le più applaudite.