giovedì 27 maggio 2021

Il poema epico cavalleresco - caratteristiche

                                         Il poema epico cavalleresco 


  • Il precedente più lontano di questo genere letterario è rappresentato dall’epica classica (èpos in greco significa ‘narrazione’), per cui qui basta ricordare i poemi attribuiti a Omero e l’Eneide di Virgilio.
  •  Nel Medioevo nasce l’epopea cavalleresca, che si ispirava ai nuovi principi del cristianesimo, primo fra tutti la difesa della fede, mescolati con i valori guerreschi della società feudale. L’esempio più noto è La Chanson de Roland, che celebra le gesta di Orlando, il famoso paladino di Carlo Magno, e la morte dell’eroe a Roncisvalle. 
  • Al ciclo cosiddetto carolingio si affiancano il ciclo bretone, con carattere più chiaramente avventuroso ed erotico, che cantava le gesta di re Artù e dei cavalieri della tavola rotonda, e il ciclo classico, che riesumava con spirito medievale le imprese degli eroi di Troia e di Tebe, come pure di Alessandro Magno. 
  • Senza contare poi le saghe che celebravano le stirpi germaniche, anglosassoni, slave o le guerre della Spagna contro i Mori. Si tratta di un complesso di opere molto importanti anche sul piano linguistico, perché rappresentano le prime espressioni letterarie dei volgari neolatini e di altre lingue moderne.

  • Quando in Italia, sul finire del Quattrocento, il volgare, nobilitato nel secolo precedente dalle "Tre Corone"  e poi trascurato dagli umanisti, cominciò a essere utilizzato di nuovo come lingua letteraria, la materia cavalleresca medievale, che aveva avuto un’ampia diffusione popolare attraverso i  cantari, si ripropose come oggetto di poesia d’arte, particolarmente nei circoli culturali presso la corte dei Medici a Firenze e presso la corte degli Estensi a Ferrara. La strada fu aperta da Luigi Pulci, a Firenze, che compose Il Morgante (1461-1483), seguito da Matteo Maria Boiardo, a Ferrara, con l’Orlando Innamorato (1476-1494). Entrambi questi poemi si incentravano sulla figura di Orlando, ma l’antica materia epico-religiosa risultava profondamente rielaborata. In breve l’elemento eroico del ciclo carolingio veniva contaminato con quello magico-avventuroso e con quello amoroso del ciclo bretone, per di più - soprattutto nel Morgante - in una chiave di  parodia e di sorridente  ironia, che proiettava il mondo della cavalleria in un’atmosfera di evasione fiabesca ispirata al gusto delle corti rinascimentali. La forma metrica adottata fu l’ottava, che era stata usata per la prima volta da Boccaccio nel Teseida.
  • Il genere raggiunse esiti di grandissimo valore poetico con Orlando furioso, uno dei capolavori della letteratura italiana, composto a Ferrara tra il 1503 e il 1532 da Ludovico Ariosto . 
  • Nel secondo Cinquecento la tradizione estense del poema cavalleresco ebbe un altro geniale interprete in Torquato Tasso, l’autore della Gerusalemme liberata, il poema che narra la conquista del santo Sepolcro alla fine della prima Crociata (1096-1099). Dietro lo scontro tra cavalieri cristiani e saraceni, che vede anche l’intervento di forze soprannaturali, si celano i conflitti interni di una personalità complessa e inquieta quale quella di Tasso, su cui influì il pesante clima della Controriforma cattolica. Sul piano linguistico, le scelte diverse operate da Ariosto e da Tasso nei loro rispettivi poemi li porranno al centro di un acceso dibattito sul canone degli autori da includere nel Vocabolario dell’Accademia della Crusca.
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  • Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo - 
    Poema in ottave diviso in tre libri di 29, 31, 9 canti, lasciato incompiuto dall'autore. 
    Libro I 
    - Angelica, bellissima figlia del re del Calai, giunge con il fratello Argalia alla corte di Carlo Magno in occasione di una giostra cui partecipano i campioni cristiani e saraceni. Sfida i cavalieri a un  duello con Argalia offrendosi come premio al vincitore. Tutti i presenti innamorati di Angelica accettano la sfida. Argalia che possiede armi magiche vince molti cavalieri, ma viene ucciso da Ferraguto. Angelica allora fugge verso Oriente inseguita da Ranaldo e Orlando perdutamente innamorati di lei. I tre giungono separatamente presso due sorgenti magiche nelle Ardenne. Ranaldo beve alla fonte dell'odio che genera in lui profonda repulsione per la fanciulla, Angelica beve alla fonte  dell'amore e s'innamora di Ranaldo. Dopo molte peripezie Angelica torna in patria, dove il padre l'ha promessa sposa ad Agricane, re di Tartaria. Per sfuggire le nozze si rifugia nella fortezza di Albracà assediata dal pretendente, dove Orlando giunge a difenderla. In duello Orlando uccide Agricane e pone termine alla contesa.
    Libro II
     - In Francia intanto i mori di Agramante minacciano Parigi. Agramante non può condurre a termine l'impresa senza l'aiuto di Ruggero, che il mago Atlante tiene prigioniero per proteggerlo da una morte precoce in battaglia. Il ladro Brunelle venuto in possesso del magico anello di Angelica riesce a liberarlo e Ruggero può unirsi all'esercito di Agramante. Angelica, che è sempre in cerca di Ranaldo, torna in Occidente con Orlando. Ranaldo e Angelica giungono di nuovo nelle Ardenne e bevono alle fonti magiche, ma scambiandosi le parti. Ranaldo ora innamorato di Angelica, che invece lo sfugge, viene a contesa con Orlando. Carlo li separa e promette la fanciulla a chi dei due combatterà più valorosamente i saraceni. Affida Angelica al duca Namo di Baviera.
    Libro III -
     Bradamante, sorella di Ranaldo, e Ruggiero s'incontrano e s'innamorano. Dalla loro unione nascerà la casa d’Este.
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  • L'Orlando Furioso raccontato da Italo Calvino

Orlando Furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino è la guida straordinaria scritta da un autore moderno, dalla scrittura così affine a quella "ariostesca", per viaggiare in lungo e in largo, entrare, uscire, e perdersi all'interno di un libro per Calvino unico nel suo genere e sempre diverso ad ogni lettura. Innamorato dell'Ariosto, della sua poesia limpida e misteriosa, "meravigliosa" ed ironica, Italo Calvino lascia che l'Orlando Furioso e il mondo cavalleresco sconfinino nella sua narrativa. Bradamante e i paladini di Carlo Magno entrano prepotentemente ne Il Cavaliere inesistente (1959); la storia di Orlando pazzo e di Astolfo sulla Luna vengono raccontate dalle carte, disposte in fila, di un mazzo di tarocchi ne Il Castello dei destini incrociati (1973).
Non solo, ma nel 1968, a quello che egli stesso definisce il poema "dal movimento errante", a zig zag, dedica, una serie di trasmissioni radiofoniche. E dal testo di quelle trasmissioni, ampiamente rielaborato, trae nel 1970 l'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino. In questo volume, Calvino viaggia a zig zag all'interno del magico poema ariostesco, e ne sceglie, commenta e spiega le strofe più belle, alternandole ad un racconto appassionato e vivace.
(www.italialibri.net)



VEDI QUI IL PRIMO CAPITOLO  (da Google Books)


    • Puoi anche consultare un sito  molto ricco su LUDOVICO ARIOSTO (internet culturale) 
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    Alcuni percorsi possibili:





    Pazzo, folle, matto; cerca in etimo.it 
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    IL PALAZZO DI ATLANTE
    "Nel cuore del poema c'è un trabocchetto, una specie di vortice che inghiotte a uno a uno i principali personaggi (...) Un vortice di nulla" (Italo Calvino)
    Mentre Parigi è assediata dai Mori, uno dopo l'altro Ruggero, Gradasso, Iroldo, Bradamante, Brandimarte, Prasildo, Astolfo svaniscono. Ciascuno con dei buonissimi motivi. Chi in cerca di qualcosa chi di qualcuno: della persona amata, del proprio nemico, del cavallo, di un oggetto perduto.
    Se con Gradasso o con alcun ragiona
    di quei ch'andavan nel palazzo errando,
    a tutti par che quella cosa sia,
    che più ciascun per sé brama e desia.
    Il Palazzo di Atlante calamita amori e rancori. Riunisce in uno spazio effimero tensioni reali e parvenze di ciò che inseguono. E' una suggestione potente.
    E così stanno,
    che non si san partir di quella gabbia;
    e vi son molti a quest'inganno presi,
    stati le settimane intiere e i mesi.
    La suggestione di un mago.
    La magia si esprime qui - scrive Giulio Ferroni in Storia della letteratura italianacome ossessiva proiezione dei propri sogni entro uno spazio architettonico delineato e concluso... correlata al tema della simulazione e dell'illusione che regola i rapporti umani, in una nebulosa di false immagini, equivoci, inganni, aspettative infondate, attese deluse... Il desiderio si smarrisce in un labirinto di specchi. Il palazzo - scrive Calvino - è deserto di quel che si cerca e popolato solo di cercatori. Atlante ha dato forma al regno dell'illusione; se la vita è sempre varia e imprevista e cangiante, l'illusione è monotona, batte e ribatte sempre sullo stesso chiodo.

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    Meraviglioso
    Accanto al tema della pazzia e dell’errore incontriamo nel Furioso un  altro tema che segna lo scarto della realtà rispetto alla norma. E’ il  cosiddetto meraviglioso. Con questo termine si intende la dimensione  magica e prodigiosa che nel romanzo si affianca alla dimensione reale e verosimile. Il meraviglioso è espressione di una realtà parallela fatta di  prodigi, di incontri straordinari, di poteri magici conferiti ad alcuni personaggi o ad alcuni oggetti. La stessa Angelica possiede capacità  magiche, e rilevante è il ruolo di maghi come Alcina, Atlante, Merlino,  Melissa. Il meraviglioso ariostesco, che prevede procedimenti metamorfici (Astolfo trasformato in mirto nel canto VI) o di pura immaginazione (il destriero alato detto ippogrifo nel canto IV), trova il  suo culmine nella zona del romanzo relativa al palazzo incantato di  Atlante (canti XI-XII-XIII) denominato dagli studiosi, su una suggestione  di Italo Calvino, il castello dei destini incrociati. I cavalieri, provenienti dai sentieri più disparati della foresta, giungono nel palazzo di Atlante e  restano imprigionati al suo interno seguendo ognuno la vuota parvenza  del proprio desiderio, in una sorta di mosca cieca incessante. Orlando  segue la finta immagine di Angelica, Ruggiero insegue la figura fittizia di  Bradamante. La magia si esprime qui come ossessiva proiezione dei  propri sogni entro uno spazio architettonico delineato e concluso. Ma,  come nel caso del senno di Orlando perduto e poi recuperato, anche in  questo caso è possibile la remissione della degenerazione. Astolfo, nel  canto XXII, libera il palazzo incantato grazie al suo libretto che contiene  la spiegazione delle magie e degli incanti, così da poter sciogliere ‘ n fumo  e in nebbia’ il palazzo di Atlante e restituire la libertà ai  personaggi imbrigliati nel suo interno. La magia è inoltre correlata al tema della simulazione e dell’ illusione che regola i rapporti umani, in una nebulosa di false immagini, equivoci, inganni, aspettative infondate,  attese deluse.  (Internet culturale su Ariosto)